Dopo le promesse a Taranto alle parole seguano i fatti
Lettera aperta di Cgil, Cisl, Uil della Funzione Pubblica al Ministro della Difesa e al Sindaco di Taranto
[Cisl Taranto Brindisi, Cisl Fp]
In occasione del recente incontro per il CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo) a Taranto, il Ministro della Difesa oltre a sottoscrivere accordi e protocolli di intesa tra MM e Comune, su impegni e progetti risalenti al 2015, ha sottolineato, ancora una volta, i temi legati all’apparato produttivo degli insediamenti della Difesa, in particolare dell’Arsenale, e a quelli del personale civile. I richiami alla necessità di garantire le lavorazioni sulle nuove unità navali rischiano, però, di rimanere solo una mera dichiarazione di intenti se non seguiti da atti e fatti concreti. I dipendenti attualmente in servizio, infatti, non solo non hanno le conoscenze per intervenire sui nuovi e sofisticati apparati ma non avrebbero neppure il tempo per acquisirle, visto che la maggior parte sarà presto in pensione, come precisato dalla stessa M.M. alla Commissione Difesa del Senato nella recente audizione sulla condizione degli Arsenali. Il mantra del ricambio generazionale nella consapevolezza che c’è una legge che lo impedisce (la 244/12) appare, così, solo un esercizio dialettico se non accompagnato da un provvedimento legislativo che ne sospenda l’efficacia. Dunque non si possono garantire le lavorazioni perché manca la formazione ed anche i lavoratori da formare. Non si possono assumere i dipendenti necessari perché una legge sciagurata ritiene gli attuali numeri sufficienti. Se la classe politica continuerà a raccontare che sono necessarie le assunzioni di giovani senza fare nulla in Parlamento per renderle concrete, si consegnerà alla storia delle tante promesse mancate, delle occasioni perdute e delle comunità tradite. Ma noi vogliamo credere che non sia così. Vogliamo avere fiducia che questa volta possa essere diverso. Per questo attendiamo, come espressamente dichiarato dal Ministro a Taranto, che siano immediatamente convocate le oo.ss., dando ascolto alle istanze delle migliaia di lavoratori della Difesa che hanno prima manifestato il 30 maggio in tutta Italia e poi partecipato l’8 giugno alla straordinaria manifestazione di Roma. Che alle parole ora seguano i fatti, anche con l’iniziativa dell’intera comunità e di chi è istituzionalmente deputato a rappresentarla, per arrestare un declino altrimenti irreversibile.
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