Brindisi necessita di una visione condivisa di futuro, con cui rivendicare occupazione, sviluppo e finanziamenti aggiuntivi
Nota di Antonio Castellucci, Segretario generale Cisl Taranto Brindisi
[Cisl Taranto Brindisi]
Consideriamo sempre più opportuno un dibattito ed un confronto a più voci, amplificato anche dai mezzi di informazione, in tema di rilancio socio-economico di Brindisi intesa come città e territorio, ovvero di uno sviluppo economico e sociale che confermi il sistema produttivo esistente, determini occupazione aggiuntiva e scongiuri i rischi di desertificazione intellettuale a causa delle centinaia di nostri giovani in cerca, altrove, di legittime conferme personali e professionali. E’ il lavoro, cioè l’occupazione produttiva, a dare dignità, speranza e prospettive di vita, specie ai giovani, contrariamente a qualsivoglia supporto economico di carattere assistenzialistico di cui il Mezzogiorno d’Italia ed in particolare queste aree non sentono affatto il bisogno. In generale i diritti di cittadinanza, in particolare i diritti/doveri generati da rapporti di lavoro stabili e contrattualizzati, costituiscono pilastri portanti sui quali le nuove generazioni possono promuovere e preservare legalità e giustizia sociale, giacché esiste uno stretto legame tra i medesimi diritti ed i progressi osservati già in altre aree del Paese, nei settori della crescita economica, finalizzati ad uno sviluppo sostenibile ed a nuove opportunità sociali. Tutto ciò sarà possibile incentivando o cominciando con l’adottare anche nuovi strumenti finanziari e incubatori d’impresa, favorendo la nascita di start-up in luoghi adeguati e opportunamente attrezzati. Ecco perché come Cisl Taranto Brindisi rivendichiamo, per questo territorio, innanzitutto quanto è stato possibile realizzare già in altre realtà territoriali, a partire dall’offerta ai nostri giovani di pari opportunità tra percorsi di studi e lavoro legale, ovvero non soggetto a ricatti occupazionali né ad abusi, garantito da idonei dispositivi di sicurezza personale e di sostenibilità ambientale, coniugato con un welfare capace di recuperare l’attenzione dovuta alle periferie, oggi visibilmente trascurate. Chiediamo alle Istituzioni e insistiamo sulla necessità di una reale fase di confronto il cui metodo della programmazione partecipata e condivisa prevalga come strumento e modalità di lavoro condiviso tra tutti gli attori istituzionali, sociali, amministrativi, parlamentari, professionali, associativi, per promuovere occupazione stabile e miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini per un futuro sempre più dignitoso. Valutando sconvenienti le fughe in avanti, riaffermiamo, che il possibile Contratto Istituzionale di Sviluppo per Brindisi (Cis) – nato, in verità, come Tavolo interistituzionale – così come era stato richiesto in occasione della conferenza stampa del 9 maggio u.s. presso Confindustria e in Prefettura il 7 giugno u.s. era ed è da intendersi come possibilità per far fronte al grave stato di crisi economica e sociale dell’intero territorio brindisino, per rilanciare tutte le grandi potenzialità produttive di quest’area e per sperimentare e rendere esigibili i contenuti di un confronto, tra tutti i soggetti che nel tempo hanno proposto lo strumento del Cis. Un elemento di cui tutti dovrebbero prendere coscienza è che non si è all’anno zero. Ne sono esempio, tra l’altro, i progetti portati all’attenzione del Governo precedente, in Prefettura, a maggio 2017 dall’ASI, nel corso di un incontro tenutosi con l’allora Ministro alla Coesione Territoriale e Mezzogiorno; progetti sui quali si voleva puntare unitariamente per garantire alla zona industriale servizi all’avanguardia, al porto uno sviluppo nel campo della logistica e del traffico commerciale, alla Cittadella della Ricerca un nuovo inizio. Che fine farebbero oggi questi progetti? In questo 2019, ovviamente, aggiungeremmo la Zes, i potenziamenti ricettivi ed infrastrutturali anche riguardanti il Porto, l’Aeroporto con il progetto di raccordo ferroviario e la redazione di uno specifico protocollo di legalità e trasparenza, con particolare riferimento agli appalti. Ed allora, perché oggi si fa ancora fatica ad immaginare quali obiettivi vorrà centrare l’eventuale Contratto Istituzionale o Tavolo Interistituzionale? In gioco a Brindisi continua ad esserci la visione di un futuro produttivo, sociale e occupazionale che dovrà caratterizzarla, inoltre quali processi virtuosi porre in essere e quali finanziamenti nazionali rivendicare dal Governo in forma aggiuntiva e non sostitutiva. Noi insistiamo nel sostenere che occorrono politiche pubbliche fondate sulla partecipazione del territorio e sull’utilizzo integrato delle risorse economiche regionali, nazionali e comunitarie, con una governance autorevole, in grado di renderne esigibili le ricadute per tutti i cittadini, nessuno escluso; includendo clausole di protezione sociale, di intervento sulle Committenti, pubbliche e private con norme e provvedimenti dignitosi per i lavoratori e per le Aziende del territorio. Politiche finalizzate anche ad una Università che richiami di più e meglio l’attenzione e l’interesse dei nostri ragazzi e ad una Ricerca in grado di valorizzare quanto faticosamente costruito finora, con esempi di eccellenza, come l’ITS per l’aerospazio e la citata Cittadella della Ricerca incentrata su un percorso universitario assolutamente indipendente. Altrettanto urgente per il territorio riteniamo essere il completamento delle bonifiche e dell’ambientalizzazione attraverso protocolli istituzionali; come altrettanto urgente – cosa che va anche oltre le competenze locali – è la gestione dei rifiuti, che occorre affrontare adeguatamente attraverso processi innovativi di economia circolare, dove il prodotto di scarto finale viene re-immesso in circolo come materia prima secondaria (end of waste) e quindi il processo che, materialmente, permette ad un rifiuto di tornare a svolgere un ruolo utile come prodotto. Ugualmente sarebbe essenziale una nuova mappatura delle discariche e dei terreni contaminati e magari successivamente condividendo la prospettiva di una eventuale foresta urbana, da far nascere sulle aree Sin a condizione però, che si sia proceduto prima alla loro completa bonifica. Su questo modus operandi auspichiamo che la Prefettura continui ad essere il luogo privilegiato di un confronto di merito non ancora decollato definitivamente, perché la scommessa già lanciata insieme per lo sviluppo, l’occupazione e i finanziamenti aggiuntivi per Brindisi e il suo territorio è troppo importante perché non debba essere vinta altrettanto insieme.
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