Trasporto Pubblico Locale: sindacati trasporti, le contraddizioni del territorio tarantino
[Cisl Taranto Brindisi, Fit Cisl]
Le Segreterie Territoriali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa – Cisal basite dall’assenza degli enti preposti al controllo del trasporto pubblico locale nonostante le numerose missive intercorse. Le nostre preoccupazioni si sono rivelate verità, infatti ieri, 20 u.s., l’azienda CTP S.p.a di Taranto ci comunicava di aver aperto le procedure di licenziamento, tra l’altro senza aver affrontato con le organizzazioni sindacali un confronto propedeutico ad una eventuale ricollocazione interna del personale in esubero, contravvenendo alle più elementari basi di una corretta relazione sindacale/industriale, nonostante più volte richiesto. Solo due mesi fa presso la Prefettura di Taranto, alla presenza di S.E. Prefetto di Taranto, le aziende Amat e CTP, la Provincia di Taranto ed i Sig. Sindaci dei Comuni interessati al servizio delle linee sub urbane 4,14 e 16 avevano garantito a queste Organizzazioni Sindacali, come impegno comune, i livelli occupazionali su un presunto esubero di dipendenti di circa 40 unità. L’Amministratore Unico del Consorzio Trasporti Pubblici, invece, avvia le procedure di licenziamento del personale impegnato sulle linee sub urbane 4 – 14 e 16, mentre l’Amat ricorre ad assunzioni attraverso lavoro somministrato per effettuare le linee in questione dal 1° Ottobre 2019. Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal hanno diffidato l’azienda CTP di Taranto ad avviare le procedure di licenziamento del personale in esubero e contestualmente hanno aperto le procedure di raffreddamento affinché, sua Eccellenza il Prefetto di Taranto convochi tutti gli organi istituzionali interessati per definire il contendere per il bene dei lavoratori e della cittadinanza tutta. Invitiamo tutti gli enti interessati a rendersi partecipi e attivi alla risoluzione della problematica perché in un territorio già fortemente penalizzato e con un tasso di disoccupazione importante non possiamo consentire un ulteriore disastro occupazionale.
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