Lavoratori pulizie scuole: Cisl, finalmente la stabilizzazione; ma a quale prezzo
[Cisl Lecce, Fisascat Cisl]
Dopo 20 anni di precariato, fatto di appalti e lotte per riuscire a mantenere il posto di lavoro e, di conseguenza, il sostegno economico per le proprie famiglie, 441 lavoratori della provincia di Lecce impegnati negli appalti di pulizia delle scuole, dal 1° marzo 2020 otterranno la stabilizzazione, attraverso l’internalizzazione del servizio. “È un’ottima notizia” – affermano Antonio Nicolì, Segretario generale della Ust Cisl di Lecce e Carmela Tarantini, Segretario generale della Fisascat Cisl, la categoria della Cisl che segue questi lavoratori –. “Finalmente un po’ di tranquillità in un momento caratterizzato da grandi crisi aziendali e occupazionali che stanno impoverendo sempre di più il tessuto economico e sociale del territorio salentino”. Ma i sindacalisti lanciano anche un grido di allarme. “Questa stabilizzazione non sarà uguale per tutti. Secondo il bando pubblicato sul sito del Miur in data 9 dicembre, bando che regola i criteri di accesso alla stabilizzazione, ma che sta anche creando confusione a livello di numeri, solo 222 degli aventi diritto avranno un contratto a tempo pieno; altri 438 vedranno il loro contratto passare dalle attuali 35 ore settimanali a 18 ore settimanali, non garantendo il mantenimento dei livelli retributivi, con tutto ciò che comporta a livello economico. A questo si aggiunga che circa 250 lavoratori attualmente impiegati non rientreranno nella stabilizzazione per mancanza dei requisiti previsti dal bando e per l’insufficienza dei posti disponibili e il 29 febbraio 2020 saranno licenziati. Facciamo appello a tutte le forze politiche in campo affinché venga trovata una soluzione che tenga dentro le necessità di tutti gli interessati, che garantisca lavoro e reddito a tutti, per cercare di spegnere una bomba sociale che rischia di scoppiare sul territorio e come sindacato continueremo a mettere in campo tutte le lotte necessarie per dare certezza occupazionale e un futuro ai lavoratori interessati e alle loro famiglie”.
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