Aeronautica: Fim, viviamo di speranza in un mondo che ha bisogno di certezze
Nota del Segretario generale Fim-Cisl Taranto-Brindisi, Michele Tamburrano
[Cisl Taranto Brindisi, Fim Cisl]
Il settore aeronautico, presente nel territorio da circa un secolo, vanta una grande esperienza e tradizione. Un contesto che, negli anni, si è arricchito sempre più di competenze nelle strutture, nelle revisioni, nella motoristica e nei compositi, permettendo al territorio di essere riconosciuto come area di eccellenza nel settore aeronautico. Il comparto ha sempre prodotto un effetto trainante sull’economia locale, pur tuttavia oggi vive una situazione drammatica, causa le difficoltà di mercato da tempo abbattutesi sulle piccole e medie imprese, alle quali oggi si aggiungono anche le incertezze che colpiscono oramai anche le grandi aziende a seguito della pandemia. Il leitmotiv del momento “nulla sarà come prima” rischia di diventare una scusante che può condurci inesorabilmente ad affrontare il problema con superficialità o, ancor peggio, con rassegnazione. Anche dalle numerosissime richieste di ricorso agli ammortizzatori sociali che ci giungono, avvertiamo una sorta di abitudine ad una gestione fatta di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e Covid-19, strumenti utili solo per fronteggiare il transitorio e alimentare la speranza, ma che non offrono né prospettive né certezze. È innegabile che, negli ultimi mesi a causa del Covid-19, si è avuta la contrazione dei voli e dei traffici globali: da gennaio ad oggi si sono ridotti di oltre l’85%, con conseguenze devastanti sui trasporti e sulle compagnie aeree, ma è altrettanto palese il comportamento e le attenzioni che i governi ovunque nel mondo hanno posto in maniera differente. Oggi in Italia riscontriamo una politica miope quasi inesistente sul problema. In questo contesto, il Governo più che una nazionalizzazione di Alitalia non ha saputo fare. Il momento che stiamo vivendo, specie nel mondo dell’aviazione, forse non è il migliore per parlare di sviluppo, ma siamo convinti che anche dalle situazioni di crisi possano trovare spazio le opportunità di ripartenza. Pertanto come FIM crediamo che sia necessario ricostruire un quadro complessivo del settore aeronautico per poi proporre un percorso, con regole certe, utile a progettare il futuro. Un sindacato moderno ha l’obbligo di interessarsi di sviluppo industriale per dare ai lavoratori e al territorio una prospettiva che non sia né fumosa e né tantomeno assistenzialista, difendendo e riqualificando tutte le aziende di varie dimensioni che occupano lavoratori competenti, che vogliono e devono avere un ruolo fondamentale in un processo di crescita. Ora più che mai è necessario che imprese ed istituzioni, insieme al sindacato, stabiliscano un confronto con un impegno ed un contributo serio, perché perdere per assenza di confronto sarebbe un errore imperdonabile. Abbiamo le idee chiare su quello che è necessario fare per ricreare un sistema virtuoso dove ognuno deve svolgere il suo ruolo. Riteniamo che la Regione Puglia non possa rappresentare solo quel soggetto attivo nell’assistenzialismo, ma debba farsi promotrice di un tavolo di sviluppo permanente in sede ministeriale. Al contempo, è opportuno che il Ministero dello Sviluppo Economico si faccia carico di creare una cabina di regia del settore ed in particolare per quelle aziende che più hanno subito in maniera sensibile il taglio degli ordinativi da parte di Boeing e Airbus. Dal canto loro, inoltre, le grandi e medie aziende presenti devono riprendere a collaborare tra loro e tornare a guardare all’indotto del territorio costituito da piccole e piccolissime aziende dando loro nuova linfa, allo stesso modo tali aziende devono consorziarsi tra loro per dare risposte concrete in termini di qualità, quantità e costi. Le istituzioni devono incentivare con i loro finanziamenti gli investimenti in nuove tecnologie, la formazione, quella vera e finalizzata all’acquisizione di competenze specialistiche. È indispensabile, infine, che Leonardo S.p.A. (anch’essa impattata dalla crisi), in quanto azienda di Stato, si faccia carico presso i Ministeri di creare un confronto utile a ricreare le condizioni per tornare a collaborare con tutte le aziende del settore alfine di mantenere i livelli occupazionali e le eccellenze produttive in Italia provando inoltre a risolvere l’annosa gestione dell’indotto dapprima gonfiato a dismisura e di fatto abbandonato a sé stesso.
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