Il 2019 rilanci definitivamente lo sviluppo del territorio ionico

Le tradizionali classifiche di fine anno, stilate dai quotidiani economici Il Sole24Ore ed ItaliaOggi, sulle città italiane dove si è vissuto meglio nel corso del 2018, hanno ribadito il profilo sociale, oltreché economico e produttivo già risaputo del nostro Paese, ovvero le due o più velocità che connotano il Nord rispetto al Sud - a vantaggio del primo – con l’aggravante di una sofferenza montante anche nelle Regioni del Centro cheda tempo arrancanoenon solo sul versante degli indicatori presi a riferimento. Il risultato è che al vertice di queste classifiche si confermano molte province delle regioni dell’arco alpino, mentre a seguire ne figurano tante del Centro e solo in coda quelle del Sud, con Brindisi, BAT, Taranto e Foggia tra le ultime dieci. Il contesto socio-economico del Paese ripresenta, dunque, complessità diffuse che sollecitano tutti ad esercitare più responsabilità per il rilancio di prospettive e valori che possono e devono costituire i fondamentali della corretta convivenza civile e sociale. Dette complessità risultano amplificate per le Regioni meridionali e nel nostro territorio in particolare che, comunque, ha in sé diverse potenzialità ed eccellenze economiche e produttive. In queste ore la Legge di Bilancio vive fasi decisive; essa ha in gran parte disatteso le esigenze del Paese, benché auspicabili aggiustamenti potrebbero ancora registrarsi (Ires e non solo). Nelle settimane scorse, abbiamo spiegato unitariamente ai cittadini, ai lavoratori, ai pensionati in numerose assemblee le tante priorità evidenziando gli effettivi bisogni del Paese e di questo territorio in particolare. Abbiamo discusso anche con i nostri dirigenti territoriali, vertici nazionali e regionali di rilancio degli investimenti pubblici e privati, che possono essere vere e proprie leve di inclusione e di promozione sociale, con risorse aggiuntive sui servizi, con fiscalità di sostegno e di incentivazione all’occupazione specialmente giovanile e femminile. Le assemblee e tutte le altre nostre iniziative, hanno lanciato un messaggio di estrema chiarezza per la condivisione delle proposte sindacali. Vi è la necessità di uno sviluppo supportato strutturalmente da politiche espansive, in grado di superare il gap che genera disuguaglianze, aumento della povertà, crescita della disoccupazione, in particolare quella giovanile. Occorrono, però, politiche che mettano in atto processi redistributivi e di coesione nel Mezzogiorno, misure che prevedano investimenti in infrastrutture materiali, immateriali e sociali, che spingano in direzione dell’innovazione, della valorizzazione del turismo, di una agricoltura moderna, della scuola, della formazione, della ricerca, della prevenzione, dell’ambientalizzazione, della messa in sicurezza del territorio e sostengano le politiche industriali e del manifatturiero Made in Italy. Ma, come ha ben evidenziato la nostra segretaria Cisl Puglia, Daniela Fumarola, non può essere l'autonomia regionale differenziata la soluzione per rilanciare lo sviluppo economico e sociale delle regioni meridionali o della stessa Puglia, come qualcuno vuole farci credere. Siamo convinti che tale processo, in Puglia vada ripensato poiché non sarebbe assolutamente un vantaggio, al contrario alimenterebbe ancor di più il divario Nord – Sud, in quanto i territori regionali più ricchi, attiverebbero ancora di più investimenti in infrastrutture, scuole, sanità, ecc... Per questo lo Stato, attraverso anche le manovre economiche, deve garantire e rimanere al centro di un sistema che assicuri l'equità delle risorse, livelli essenziali di prestazioni e compensazione delle realtà geografiche più deboli dove il saldo fiscale è inferiore perché inferiori sono occupazione e salari, incentivando imprese e investitori, impegnando risorse aggiuntive nei territori con economie svantaggiate. Serve invece, rafforzare i principi di solidarietà, giustizia, equità, ed universalità, secondo cui ad ogni cittadino siano garantiti gli stessi diritti in ogni parte della penisola relativamente all’accesso a servizi pubblici, all'istruzione, all’occupazione, all'assistenza ed alla sanità. L’atteggiamento del Governo nei confronti di Cgil Cisl Uil in questi mesi, è stato di chiusura e la manovra economica, di fatto, scoraggia le fasce debolinon punta su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, né traccia in particolare nelle sue aree più deboli, una prospettiva di forte rilancio economico e sociale. Per tutto questo, come divulgato in questi giorni, sono state avviate mobilitazioni territoriali che culmineranno con una manifestazione nazionale a gennaio prossimo. C’è bisogno di una Italia che costruisca il proprio futuro su basi solide, economiche e sociali e per fare questo, come più volte evidenziato dalla nostra Organizzazione Sindacale attraverso i vari livelli, non si può non ripartire dalle province del Mezzogiorno, come rilevano anche le classifiche de Il Sole24Ore e di ItaliaOggi semmai ce ne fosse ancora bisogno! Per queste ragioni, Taranto deve ricostituire autorevolmente, attraverso una rete e un sistema, una rinnovata capacità progettuale e contrattuale. E’ in tale logica che il territorio di Taranto, con tutte le sue componenti istituzionali, parlamentari, produttive, sociali e culturali, è ancora una volta chiamato a sollecitare la coerenza del Governo a non rimuovere ma a salvaguardare e rilanciare le esperienze positive messe in campo. Ci preoccupa il mancato rilancio e confronto sul Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’area di crisi di Taranto (Cis) che era supportato da oltre un miliardo di euro. Ricordiamo che nel Cis si è stabilito il rispetto intransigente della programmazione, della progettazione e dell’esecuzione delle opere e/o delle attività da realizzare. Interventi previsti, con risorse appostate, per le emergenze ambientali, produttive e di sviluppo da affrontare con investimenti per le bonifiche, per la realizzazione del nuovo ospedale San Cataldo, per l’acquisto di attrezzature sanitarie, per opere di riqualificazione della città vecchia, per altre di ammodernamento infrastrutturale nell’area portuale. Ad oggi però, fatta salva qualche dichiarazione in termini generali sui quotidiani, ci sfuggono le vere dinamiche che il Governo vorrà attivare per corrispondere adeguatamente a queste emergenze e priorità del territorio.  Altrettanto, non ci sono chiare le ragioni per cui esso non intende proseguire con lo stesso metodo, il lavoro avviato e programmato in questi anni dalla struttura ministeriale di Missione del Cis. Nonostante ciò, noi continueremo a considerare prioritario per lo sviluppo di Taranto e della sua provincia la prosecuzione del tavolo Cis. Questo modello del “lavorare insieme” è necessario, così come fondamentale sarà fare squadra attraverso una unità d’intenti sul territorio. Il fare squadra, è stato oggetto, qualche giorno fa, dell’autorevole e rilevante invito alla speranza pronunciate dal segretario di Stato Vaticano il Cardinale Pietro Parolin in occasione della sua visita a Taranto per il 50esimo anniversario della visita di San Paolo VI, che celebrò la santa messa della notte di Natale all’Italsider, nel 1968. Ripercorrendo le tappe di San Paolo VI, la visita del Cardinale Parolin, organizzata dall’Arcivescovo S. E. Monsignor Filippo Santoro, è stata non solo un momento di grande valore religioso e sociale ma ha avuto, anche, la capacità di trasferire un messaggio tangibile di speranza, che noi come Cisl abbiamo fatto nostro, per una comunità che ha necessità di coesione, di fiducia, di lavorare insieme. Per questo riteniamo importante sottolineare quanto detto, tra l’altro, dal Cardinale: “...Desidero perciò, ancora una volta, invitare tutti, specie chi ha ruoli di responsabilità, a mettere in campo tutto l’impegno, le competenze ed il cuore per fare più di quello a cui si è tenuti e che è stato già fatto: il possibile e, finanche, l’impossibile per dare a Taranto il presente ed il futuro che merita”.Confidiamo tanto anche in questo appello da parte del Cardinale Parolin, per un nuovo inizio, a partire dalle prossime settimane con il Governo nazionale e Regionale affinché manifestino aperture e disponibilità ad un confronto serrato circa le cose da fare per Taranto, ciò costituendo, per noi, valore fondamentale di partecipazione democratica e di una rinnovata coesione sociale.

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