Reddito di cittadinanza, intervista del Quotidiano di Puglia a Daniela Fumarola

“Da decenni la Cisl chiede di stimolare la cultura della prevenzione e della legalità soprattutto tra i lavoratori: lavorare in nero è il grado massimo di mancanza di diritti e di invisibilità, e questo è inaccettabile per la dignità umana”. Così Daniela Fumarola, Segretaria generale della Cisl Puglia.
Temete che una misura come il Reddito di cittadinanza, pensata per contrastare la povertà, possa trasformarsi in uno strumento in grado di favorire il lavoro nero?
“Come sindacato non abbiamo elementi per affermare che la misura potrebbe incentivare comportamenti illegali, ma certamente bisogna aumentare i controlli perché se la percezione che potrebbe arrivare ai cittadini è che la presenza dei soggetti istituzionali preposta alle verifiche è ridotta al minimo, è evidente che la propensione al lavoro nero sia quantomeno ipotizzabile”.
E al netto dei paventati effetti collaterali, ‘il Reddito’ vi convince”? 
“Che possa avere effetti che alleviano le sacche di povertà crescente in Italia non vi sono dubbi ma è altrettanto certo che una misura così imponente, dal punto di vista dei trasferimenti pubblici, sarà utile solo se muove in alto l’asticella dell’asfittico mercato del lavoro. Senza nuova occupazione rischia di essere una risposta limitata. L’impatto sulla propensione ai consumi risulta debole se non accompagnato da un’idea di sviluppo e di crescita basata sul lavoro e sul reddito da lavoro. Quei 214 mila potenziali beneficiari del Reddito di cittadinanza in Puglia trarrebbero utilità limitate nel tempo mentre, al contrario, se fossero direttamente ‘investiti’ da misure occupazionali grazie ad investimenti mirati a creare nuovi posti di lavoro reali, l’impatto sulle famiglie sarebbe positivo per l’economia domestica, per i consumi e per la dignità che le persone ritroverebbero grazie al lavoro”.
L’economista Gianfranco Viesti dalle colonne di Quotidiano, ha definito il Reddito una misura ‘utile ma dal moltiplicatore troppo basso per dare la svolta al Mezzogiorno’.
“E ha perfettamente ragione. Condividiamo appieno il suo pensiero, perché il lavoro e gli investimenti determinano sviluppo e realizzano le dignità delle persone. Con gli Attivi unitari che stiamo tenendo in tutta la Puglia, sulle controproposte al Def stiamo ascoltando i lavoratori, i pensionati, i cittadini, i giovani, le donne; stiamo avendo conferma che c’è al Nord come al Sud una maggioranza del Paese che rifiuta la logica populista e che, invece, si aspetta misure strutturali di largo respiro che dimostrino la sensibilità di chi ci governa a varare politiche economiche con effetti a lungo termine. Eppure il Sud, e la Puglia non è da meno, ha delle potenzialità inespresse che darebbero slancio, grazie al lavoro, all’intera struttura economica del Paese”.
Cosa fare, quindi, affinché non restino inespresse?
“Innanzitutto aprire i cantieri per le necessarie infrastrutture. Se si ponessero le basi per rendere i nostri territori appetibili agli investimenti pubblici e privati grazie a procedure burocratiche snelle e servizi ad hoc per le aziende, se ci si concentrasse sull’ascolto delle parti sociali e delle imprese abbandonando il tortuoso cammino delle sterili polemiche politiche, si renderebbe un servizio innanzitutto al Paese e si darebbe risposta alla fame di lavoro che attanaglia il Mezzogiorno così come la Puglia”.
La Cisl non è sola ad esprimere perplessità sull’impianto delle misure utili all’Italia; qualche giorno fa la Svimez si è mostrata scettica.
“Rilievi plausibili. E l’esecutivo farebbe bene a tenerne conto”.
Con il governo Lega-Cinque stelle, dunque, partita ancora aperta sul tema?
“Me lo auguro. Se si innescassero le giuste leve per creare buona occupazione, buoni investimenti e opportunità lungimiranti per i giovani, forse oggi parleremmo del Reddito di cittadinanza solo per sancire una doverosa misura alla lotta alla povertà.
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