Occupazione: Fumarola, innovare e investire; ecco il farmaco giusto per il mercato del lavoro

L’analisi dei dati sull’occupazione in Puglia pubblicata dal Corriere del Mezzogiorno di ieri fotografa una situazione in miglioramento del mercato del lavoro regionale che, tuttavia, non ci rassicura. I parametri complessivi della crescita e dello sviluppo sono connessi ad altri dati che, in Puglia, dipendono da un quadro d'insieme che al momento è alquanto asfittico. Lo certifica la Svimez che nelle ultime anticipazioni sottolinea “un contesto di grande incertezza” e “sacche di crescente emarginazione e degrado sociale”. Questa condizione, frutto amaro di politiche di sviluppo da sempre auspicate dalla Cisl e poco praticate dalle Istituzioni, non può continuare a persistere. Il numero degli occupati, in leggero aumento e il piccolo incremento percentuale rispetto alle regioni del Mezzogiorno, non può farci celebrare una vittoria sull’andamento generale dell’economia regionale. Abbiamo da recuperare le migliaia di posti di lavoro falciati dalla crisi e da ricercare le migliori strategie per crearne di nuovi al fine di dare una risposta ai giovani e a coloro che sono stati espulsi dai processi produttivi. Anche da qui la necessità di definire presto e bene la vertenza Ilva che di per sé conta circa 20.000 lavoratori diretti e dell’indotto. Se non si vuole appesantire un quadro sociale già critico, il Governo deve uscire dall’ambiguità e dare allo stabilimento una prospettiva sostenibile che salvaguardi tutti gli occupati e punti all’ambientalizzazione. Come per l’Ilva, anche per il Tap è necessario abbandonare il terreno dello scontro ideologico e ritrovarsi in uno spazio di co-decisione per avviare investimenti in grado di creare ricchezza, buon lavoro e innovazione di sistema. In linea con questa visione,  l’altro ieri, nel corso dell’incontro con il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, abbiamo ribadito la necessità di mettere in atto una strategia che possa far diventare il  Mezzogiorno, e dunque anche la Puglia, centro del Mediterraneo, attraverso la definizione di politiche che favoriscanol'espansione delle attività produttive, orientandole alla innovazione, al risparmio energetico, al rispetto dell'ambiente ed allo stesso tempo creando opportunità di lavoro di qualità. Un cammino che passa, tra l’altro, dal rilancio di investimenti pubblici e privati, dalla destinazione di adeguati fondi per le infrastrutture, dall’innalzamento della qualità della spesa, dal presidio delle aree colpite dalla criminalità. Interventi che non riguardano solo il riscatto della Puglia e delle regioni del Sud, ma che qualificano un disegno di sviluppo nazionale incentrato sulla ripartenza dell’occupazione e dell’economia nelle zone sottoutilizzate del nostro Paese.
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