‘Decreto Dignità: quali effetti sul mercato del lavoro’: a Brindisi seminario formativo

[Cisl Puglia, Cisl Taranto Brindisi]

Fumarola, formazione architrave dell’attività sindacale

Un seminario formativo sugli effetti del Decreto Dignità sul mercato del lavoro si è svolto a Brindisi ai cui lavori hanno preso parte i componenti del Consiglio generale territoriale, i Segretari generali e membri di segreteria di tutte le Federazioni, responsabili delle sedi comunali Cisl, gli operatori degli Enti e delle Associazioni Cisl, Rsu, Rsa, Rls, Delegati, Attivisti e Terminali Associativi. Nella sua introduzione Antonio Castellucci, Segretario generale della Cisl Taranto Brindisi, ha osservato che “dopo pochi mesi è obiettivamente prematuro fare valutazioni definitive sul Decreto Dignità; certo è che non riscontriamo effetti positivi tali da poter sostenere che ci sia stata una effettiva ripresa dell’occupazione a tempo indeterminato. Assistiamo, in realtà, in particolar modo su questi due nostri territori ad un tasso di occupazione molto oscillante ed instabile, così come il ricorso piuttosto elevato agli ammortizzatori sociali. In realtà, gli indicatori statistici ci dimostrano che vengono recuperati solo in parte i rapporti di lavoro a tempo determinato. Non c’è più tempo da perdere, consideriamo necessario che il Governo apra un confronto serio con il sindacato confederale, in quanto siamo convinti che è essenziale perseguire la politica del lavoro stabile, incentivando gli investimenti. Auspichiamo infine, che nel testo del decreto attraverso eventuali modifiche e nella prossima Legge di Bilancio ci sia vera attenzione al lavoro attraverso una politica fiscale più equa ed intervenendo sul cuneo fiscale in modo da agevolare e rendere meno gravosi i contratti a tempo indeterminate”. Sono seguiti gli interventi di Antonio Arcadio, Segretario generale territoriale Fisascat Cisl, di Emiliano Giannoccaro, Segretario generale territoriale Femca Cisl e di Pietro Berrettini, Coordinatore territoriale Felsa Cisl. Nella sua esposizione Marco Lai, formatore del Centro Studi di Firenze della Cisl nazionale, ha osservato che “una legge di per sé non crea posti di lavoro ad è un fatto, anche, che da 15 anni ogni nuovo Governo disfa ciò che quello precedente ha realizzato. Infatti, in 15 anni si sono registrati ben sei interventi legislativi in materia di lavoro. Obiettivo accettabile quello del Decreto Dignità ma la dignità si realizza solo azzerando la precarietà e gli strumenti messi in campo non soddisfano tale esigenza. Il Paese non sta ripartendo e se non c’è lavoro la ripresa non ci sarà mai; e, francamente, non possiamo vivere solo nell’ottica ‘del prossimo mese’ o delle elezioni europee di maggio prossimo. Nel settore della somministrazione si sono persi 50 mila posti di lavoro, 40 mila dei quali costituiti di falsi rapporti che, oltretutto, ripropongono il problema dei mancati o insufficienti controlli. Insomma, esiste un problema di mal funzionamento del Decreto Dignità, atteso anche il fatto che il sindacato non può derogare dalla normativa di legge (art.8). Sul versante della somministrazione del lavoro è stato realizzato un Accordo interconfederale che ha riposizionato il ruolo della contrattazione. Quanto alla novità del Contratto a termine, ovvero all’avvenuta riduzione del periodo massimo da 36 a 24 mesi, va considerato come un fatto positivo ma non l’introduzione delle Causali per legge, cioè non derogabili neppure dalla contrattazione collettiva. Di fatto alimenterà il contenzioso giudiziario. Ma è questo che si vuole? Viene altresì previsto un aumento dei contributi in caso di rinnovo dei contratti, determinando un vero e proprio effetto paradosso. Il Decreto – ha aggiunto Lai – estende la disciplina generale anche al Contratto a termine che lega il lavoratore all’Agenzia; tuttavia, le Causali rispetto alla somministrazioni vanno indicate non dall’Agenzia ma dall’utilizzatore. E se le stesse causali risultassero sbagliate non è chiaro chi ne risponde, se l’Agenzia o l’utilizzatore. Una sentenza della Corte Costituzionale (8.11.2018) ha stabilito, in materia di tutele crescenti, che in caso di licenziamento illegittimo, assumere l’unico criterio dell’anzianità è incostituzionale. Il sindacato è impegnato sempre per la stabilizzazione dei posti di lavoro, tanto in caso di contratti a termine quanto in somministrazione. Occorre, però, un cambio culturale. Il contratto a tempo indeterminato non è sinonimo di stabilità. Come garantire una stabilità, allora? Operare per conservare il posto di lavoro quando si ha il lavoro. Quali gli strumenti? La formazione continua innanzitutto. E' questa una condizione ostativa per conservare il lavoro, ovvero per non essere sostituiti. Ruolo dei Fondi interprofessionali. Al Cnel – ha concluso Lai – sono depositati ben 864 Contratti nazionali. Occorre affrontare il tema della rappresentanza e del rapporto che deve esistere tra contrattazione e legge. A differenza del Sindacato, manca oggi l’accertamento sulla rappresentatività dei Datori di lavoro. Rimane il fatto che deve essere valorizzato il ruolo della contrattazione collettiva, soprattutto quella nazionale”. I molti intervenuti nel dibattito hanno posto in evidenza tutta una serie di criticità correlate ai contenuti del Decreto Dignità ed alla concreta applicazione, nei diversi settori produttivi, tanto nel settore privato quanto in quello pubblico, quanto anche in riferimento alle aspettative pensionistiche dei lavoratori precari. Concludendo i lavori la Segretaria generale della Cisl Puglia, Daniela Fumarola, ha sottolineato che “come Dirigenti sindacali dobbiamo aggiornarci continuamente, studiare i contenuti, avanzare proposte, perché la speranza concreta poggi sempre su una visione lungimirante, riformista, come quella che ci ha storicamente caratterizzato anche rispetto ad altre Confederazioni. Le risposte che attende il Paese non risiedono nell’assistenzialismo, né nella decretazione ma nel lavoro che consenta alle persone di scommettere sul proprio futuro. La Formazione continua deve accompagnare ed impegnare tutti, Siamo ormai nella 4^ rivoluzione industriale. Il Decreto Dignità non consente, di fatto, l’ingresso nel mondo del lavoro, specie nei nostri territori del Mezzogiorno già in grande sofferenza sociale, economica ed occupazionale. Tornare a sentirci comunità, stando tra le persone, con proposte non di maniera ma di speranza. Dobbiamo recuperare la tensione ideale di Pastore e di Romani, Padri fondatori della Cisl, per trasferirla alle persone, per implementare speranza concreta in grado di unire cervello, cuore e passione”.

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