Gioco Legale, Fisascat Cisl Puglia: la politica è in confusione, a rischio migliaia di posti di lavoro
I lavoratori hanno manifestato stamane davanti al Consiglio regionale
[Fisascat Cisl]
“A conclusione della manifestazione odierna dei lavoratori occupati nel gioco legale in Puglia è emerso un quadro confusionario che non tranquillizza sulle attività esistenti e nemmeno su quelle future”. Lo osserva il Segretario generale della Fisascat Cisl Puglia, Antonio Arcadio, preoccupato dalle conseguenze che ricadrebbero su un settore che occupa legalmente migliaia di lavoratori in Puglia. “Siamo stati ricevuti dalla Presidenza del Consiglio Regionale ma l’unica risposta è stata una nuova data al 5 giugno per discutere delle interpretazioni normative innescate dalle mancate decisioni intraprese in passato dal Consiglio regionale. Vorremmo ricordare che i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), aggiornati a settembre 2018 certificano che in Puglia ci sono 1.016 punti vendita autorizzati dall’ADM a raccogliere gioco (scommesse ippiche, sportive e virtuali) e ad ospitare apparecchi da intrattenimento e divertimento (AWP e VLT) – spiega il Segretario della Fisascat – e sono presenti in 187 comuni: 38 in provincia di Bari, 20 in provincia di Brindisi, 10 nella provincia Barletta Andria Trani, 29 in provincia di Foggia, 69 in provincia di Lecce e 21 in provincia di Taranto”. Più nel dettaglio si tratta di 310 Negozi (punti vendita con attività prevalente accettazione scommesse), 261 Punti di Raccolta (ex Centri Trasmissione Dati – CTD, sanati), 442 Corner (“Punti Gioco”, punti vendita con attività accessoria accettazione scommesse) e 3 Ippodromi. Un numero di lavoratori stimabile in poco più di 2.800 posti di lavoro ai quali aggiungere gli addetti alle sale bingo, i punti di concorsi a pronostico, i punti vendite a scommesse e per le lotterie. In totale quasi 13 mila lavoratori direttamente impegnati in attività di gioco legali sotto rigidi controlli. A questi vanno aggiunti i settori dell’indotto: imprese di pulizia, tecnici impiantistica, tecnici della manutenzione tecnologica, cancelleria, consulenti fiscali, del lavoro e legali”. Riguardo la convocazione rinviata al 5 giugno, Arcadio sottolinea che “ci presenteremo con i lavoratori anche in quella occasione e se non avremo risposte convincenti il sit-in davanti al Consiglio regionale sarà permanente”.
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