Economia e sviluppo della Puglia: Fumarola, la parola chiave è condivisione

Intervento della Segretaria generale Cisl Puglia sulle colonne del Quotidiano

[Cisl Puglia]

A pochi mesi dalle elezioni regionali, e a conclusione dell’anno in corso, è tempo di bilanci. Come quelli forniti negli ultimi mesi da svariati rapporti che mettono nero su bianco alcuni numeri su crescita e sviluppo della Puglia. Ma, come è noto, cifre e tabelle, se non debitamente contestualizzate, possono prestarsi a pericolose illusioni ottiche. Così, per esempio, per i dati sul Pil, che indicano sì una crescita ma ancora troppo debole per recuperare la strada perduta in dieci anni di crisi. La Puglia produce oggi 69 miliardi di euro, contro i 72 del 2008. Ricchezza che viene distribuita in un modo non sempre equo, attraverso i canali di un mercato del lavoro ancora estremamente debole, frammentato, che dà segnali quasi esclusivamente nelle fasce dell'occupazione scarsamente qualificata. Ma al di là dei numeri, possiamo ignorare che i nodi industriali, produttivi, sociali e infrastrutturali siano ancora tutti da sciogliere? Oppure far finta che la partita dell'ex Ilva si sia conclusa con la soddisfazione di tutti? O ancora non vedere che la maggiore banca pugliese vive momenti bui, e con essa i dipendenti e le possibilità di credito locale? Che l’agricoltura, oltre alla devastazione della xylella, deve fare i conti con l’export drasticamente in calo? O attardarci sul fenomeno dell’immigrazione, mentre il nostro territorio vive il dramma di migliaia di giovani che emigrano ogni anno? Per non parlare dei servizi pubblici e delle politiche sociali, dove scontiamo ritardi visibili a tutti, a partire dai lavoratori oberati e sotto organico, e ai cittadini più fragili. Occorre un grande piano di assunzioni, in particolare nella sanità, e non solo infermieri, e nella scuola, per elevare la qualità dei servizi essenziali e garantire i diritti di cittadinanza a lavoratori, pensionati e famiglie. Ci sono da consolidare le infrastrutture materiali, logiche e digitali, da rilanciare la contrattazione decentrata, la digitalizzazione e la formazione. Si tratta di trovare soluzioni e risposte condivise da tutti gli stakeholders in un confronto responsabile, che abbia come obiettivo la crescita, l'integrazione sociale ed economica, il lavoro e l'occupazione di qualità. Per quanto riguarda l’Ilva, va individuata una soluzione che rispetti i contenuti degli accordi sottoscritti scongiurando lo stop alla produzione, garantendo la tenuta occupazionale e la salvaguardia ambientale. La finanza e il credito, poi, non possono continuare ad essere appannaggio di un mondo a parte, che segue logiche ed interessi tutti suoi, indipendenti dall’economia reale, da soci e correntisti, dalle rappresentanze sociali. Realtà che dovrebbero essere l’anima di una banca popolare, che può e deve rappresentare un punto di forza dello sviluppo di tanti comparti produttivi, non solo della Puglia, schiacciati da lungo tempo dalla stretta creditizia. Settori come l’agricoltura che vive problemi antichi e strutturali tra cui la frammentazione delle imprese, oltre 270mila (16,7% di tutta Italia) in diversi casi scarsamente ammodernate e che generano un basso valore aggiunto. Aziende lasciate spesso da sole con una burocrazia e normative troppe volte farraginose, lente, non informatizzate, che disegnano un paese da secolo scorso e che si riflette nelle piaghe del caporalato, del lavoro nero, dello sfruttamento. E poi c’è la xylella, che non è solo un problema di paesaggio deturpato, per una regione che da sola garantisce gran parte della produzione olearia di qualità nazionale. La Puglia è leader in Italia, che è stata leader nel mondo. Negli ultimi 20 anni il nostro Paese ha subito un calo produttivo del 46% mentre la Spagna ha fatto registrare un + 48% grazie anche ad un deciso ammodernamento degli impianti, mentre in Italia il 63% degli oliveti ha più di 50 anni. A questi temi, che spesso si incrociano con competenze nazionali ed europee, non possiamo rispondere con provvedimenti unilaterali o solo emergenziali. La parola chiave, per la Cisl, è condivisione. Istituzioni, politica e parti sociali devono lavorare insieme, perché senza crescita e sviluppo, senza occupazione e tutela della salute e dell’ambiente, senza efficienza e democrazia, la Puglia non avrà un futuro migliore.

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