Indotto Arcelor Mittal: Cgil Cisl Uil, lavorare tutti insieme per trovare le soluzioni

Inaccettabile l’atto di recesso, il Governo garantisca il lavoro in una fabbrica ecocompatibile

[Fisascat Cisl, Cisl Puglia]

Grande disappunto e preoccupazione desta la decisione di Arcelor Mittal di risolvere, ad appena un anno dall’insediamento, il contratto di affitto per la gestione del più grande impianto siderurgico d’Europa. Tale decisione assume, addirittura, i caratteri della beffa, poiché il settore dell’indotto, a partire da questa estate, è stato oggetto di un cambiamento complessivo, già avvenuto per il settore della ristorazione, che ha visto il subentro nelle pulizie civili e industriali di nuove aziende e la perdita di numerosi posti di lavoro e retribuzione. In questo momento, i lavoratori che vedevano superata una fase estremamente complicata, che ha raggiunto livelli di alta tensione sociale, ripiombano in una situazione di incertezza e angoscia, senza una reale prospettiva a lungo termine. L’indotto non può perseverare in un clima simile ove l’incertezza regna sovrana, gli investimenti privati sono a rischio e conseguentemente, rischiano di venir meno le condizioni di sicurezza lavorative. È impensabile, sottolineano i segretari di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e FIST CISL, UILTRASPORTI UIL e UILTUCS UIL, che l’esistenza di una fabbrica ecosostenibile, che è la normalità nel resto del mondo, in Italia rimanga una chimera e sia impossibile dare una prospettiva di serenità futura, garanzie in termini di sicurezza e sanità alle migliaia di lavoratori e lavoratrici che quotidianamente entrano nello stabilimento, molto spesso, per uno stipendio al limite della sopravvivenza. Oggi è inutile guardare indietro e trovare i colpevoli. Dagli errori commessi bisogna ripartire per non ricaderci e per costruire un futuro roseo per i lavoratori e la città di Taranto. L’auspicio, continuano i rappresentanti delle OO.SS. territoriali e che il governo in primis e, le istituzioni tutte, possano creare le condizioni per addivenire ad una soluzione definitiva che crei un connubio indissolubile fra lavoro, sicurezza, sanità e ambiente. Le soluzioni ci sono. Il sindacato sta facendo la propria parte, ora tocca a tutte le restanti parti in causa (istituzioni e imprese) trovare le soluzioni. Senza una risposta esaustiva e con grande spirito d’insieme, unitariamente alle confederazioni di Cgil, Cisl e Uil e al fianco dei colleghi degli altri settori impiegati nel siderurgico, saranno pronti a tutte le iniziative fino al blocco ad oltranza delle attività lavorative nei propri settori.

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