Gazzetta del Mezzogiorno, Moraglia: si salva insieme a tutti i lavoratori

La Fistel Cisl preoccupata che si vanifichino gli sforzi di questi anni

[Fistel Cisl]

“La Segreteria pugliese della Fistel Cisl unitamente alla Fistel Nazionale esprimono profonda preoccupazione per le vicende che in questi giorni stanno interessando i lavoratori tutti, poligrafici e giornalisti, della Gazzetta del Mezzogiorno. Soprattutto la categoria dei Poligrafici, che rappresentiamo, vive giorni di ansia e una grande paura per il prossimo futuro perché potrebbero essere vanificati gli sforzi attuati in tutti questi anni di applicazione sempre più spinta degli ammortizzatori sociali per contribuire al risanamento di un’Azienda che, purtroppo, non si è mai realizzato e certamente non per colpe imputabili agli stessi”. Lo scrive in una nota il Segretario generale della Fistel Cisl Puglia, Oronzo Moraglia. Con l’istanza di fallimento presentata dalla procura di Bari rispetto alle due società Edisud e Mediterranea e la richiesta di autorizzarne l’esercizio provvisorio si aprono nuovi scenari, anche perché viene certificata una situazione molto critica tra controllante e controllata che comprometterebbe sussistenza e continuità della storica testata e dell’intero ciclo produttivo e di diffusione della stessa. Un atto richiesto, per consentire la prosecuzione delle attività e tutelarne il patrimonio, verso una successiva rideterminazione degli asset proprietari del complesso aziendale. Dopo mesi di sequestro dei beni anche la famiglia Ciancio (detentrice della maggioranza delle azioni) si è assentata alle assemblee convocate per la restituzione degli stessi dichiarando disponibilità alla cessione delle proprie quote in presenza di un interessamento progettuale territoriale serio e chiedendo al Consiglio di amministrazione uscente la convocazione dell’assemblea straordinaria dei soci per la messa in liquidazione della Società. Nelle settimane precedenti avevamo assistito al naufragio del tentativo del socio di minoranza (la Denver di Valter Mainetti) che fondava il concordato sul ricorso al credito bancario da parte della Banca Popolare di Bari, oggi non più possibile e che stava creando i presupposti di un sostegno imprenditoriale al suo progetto di rilancio. Abbiamo assistito, in questi anni, a scenari che si è complicavano ogni qualvolta si cominciava ad intravedere una piccola luce. La Regione Puglia ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio per avere un incontro specifico rispetto al futuro di questa storica testata ed ha allertato tutti gli uffici della task force regionale per l’occupazione già attiva permanentemente in raccordo con le tutte le strutture sindacali e di rappresentanza per il continuo monitoraggio della vertenza Edisud ormai dal lontano 2018. La Fistel Puglia, i lavoratori della Gazzetta, confidano in un intervento della Politica affinché si possa costituire una cordata di imprenditori, esercitando una richiesta di coinvolgimento attivo a chi in questo momento gestisce settori merceologici impattati relativamente dalla crisi epidemiologica in atto. Un raggruppamento d’imprese del territorio che consentano alla nostra storica testata di dotarsi di un sostegno economico e un progetto imprenditoriale di sviluppo e, al tempo stesso, innovativo che poggi le sue basi soprattutto sull’esperienza di tutta l’attuale e qualificata forza lavoro. La Fistel Cisl a tutti i livelli sostiene che un altro versante dell’intervento politico dovrebbe interessare il Governo e il Parlamento, per mezzo dei rappresentanti istituzionali del nostro territorio. Abbiamo bisogno di un intervento legislativo che consenta di accedere a formule di prepensionamento, in continuità con i requisiti pre-Fornero, una formula che permetterebbe di mettere in salvo un gran numero di lavoratori garantendo l’acceso alla pensione, e consentirebbe una riorganizzazione dei servizi e delle attività interne con numeri di personale sostanzialmente più ridotti e compatibili con piani industriali coerenti all’attuale dimensione di stampa e diffusione del giornale. Prima dell’entrata in vigore della legge Fornero del 2011 (e al relativo decreto attuativo, il DPCM 157/2013) con il quale dal 1° gennaio 2013 erano stati innalzati i requisiti contributivi di cui all’art. 37, comma l, lettera a), della legge 5 agosto 1981, n. 416, i lavoratori poligrafici (circa 2.650 in tutta Italia) potevano andare in prepensionamento con il compimento di 32 anni di contribuzione. Attualmente, in base alle modifiche stabilite con l'articolo 1, co. 500 della legge 160/2019 (legge di bilancio per il 2020) in vigore dal 1 gennaio 2020, l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori poligrafici, di imprese editrici e/o stampatrici di giornali quotidiani, le quali abbiano presentato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ai sensi dell'articolo 25-bis, comma 3, del d.l. n. 148/2015, dei piani di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale in presenza di crisi, il prepensionamento può solamente essere chiesto con un'anzianità contributiva di almeno 35 anni. Alla luce delle diverse dichiarazioni del sottosegretario con delega all’Editoria Andrea Martella, che ha più volte sottolineato come il settore della carta stampata sia fondamentale per la democrazia in Italia, e considerato il perdurare della forte crisi economica, aggravata dagli ultima nefasta emergenza COVID-19, è auspicabile che tutti ci si adoperi per il ripristino di uno scivolo con anzianità contributiva di almeno 384 contributi mensili ovvero 1664 contributi settimanali (32 anni di contribuzione), come già previsto dalla legge 5 agosto 1981, n. 416. Un intervento urgente, che abbia effetto immediato e che comprenda una finestra di almeno 2 anni.

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