Castellucci: Cisl Puglia, non ci piangiamo addosso ma decidiamo cosa fare
[Cisl Puglia]
“Tre parole, tre concetti, tre imperativi perentori dovranno accompagnare il 2021: tenacia, speranza e lavoro. Senza queste azioni sarà molto più lento e complicato venir fuori dalle macerie della pandemia ancora in corso”. Lo dice il Segretario generale della Cisl Puglia, Antonio Castellucci, commentando l’anno terribile appena trascorso e le aspettative dei lavoratori e dei cittadini in generale per i 12 mesi appena iniziati. “Se anche il Censis certifica che il sistema-Italia è una ruota quadrata che non gira – aggiunge – in Puglia dobbiamo purtroppo ammettere che, nonostante le aspettative di un mutamento in meglio dopo la serrata consultazione elettorale, sembra essere tornato (sperando di no) tutto come prima, con livelli di confronto tra la giunta della Regione Puglia e le parti sociali ancora deficitario, nell’attesa di una convocazione, più volte sollecitata unitariamente, di una cabina di regia per affrontare compiutamente le criticità”. Come Cisl di Puglia “continuiamo a sostenere, così come lo abbiamo fatto in questi anni, che solo nel confronto costante e condiviso tra forze sociali-istituzioni, sarà possibile costruire una nuova fase di rilancio e rafforzamento della nostra regione; insomma, c’è bisogno, oltre ad un confronto costruttivo, di percorsi condivisi, al fine di affrontare in modo strutturale questa crisi tremenda, quando ancora non erano stati pienamente recuperati gli effetti economici e occupazionali di quella del 2008 – osserva Castellucci –. La Cisl non puo’ che ribadire, come ormai fa da tempo, la voglia di non piangersi addosso, la necessità di un Patto Sociale che altro non è che un patto per lo sviluppo e la crescita per rilanciare l’intero territorio pugliese, che altrimenti rischia di perdere forse l’ultimo treno per essere capofila, di una ripresa di tutto il Mezzogiorno, senza la quale le diseguaglianze tra Nord e Sud d’Europa non potranno che accentuarsi ulteriormente. Eppure, giusto per dare qualche elemento di riflessione in più, sino al 2019 l’andamento dell’economia pugliese aveva fatto registrare un lento ma continuo incremento intorno allo 0,7%, percentuali, secondo l’Istat, in linea quelle di Lombardia ed Emilia Romagna. In termini assoluti il Prodotto interno lordo della Puglia ha raggiunto i 73,063 miliardi di euro, 472 milioni in più rispetto al 2018, quando totalizzò un valore di 72,591 miliardi di euro; e 1,270 miliardi in più rispetto al 2017, anno in cui il Pil della Puglia raggiunse il valore di 71,793 miliardi. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici per abitante è passato dai 13.955 euro de 2017 ai 14.242 del 2018 ai 14.484 euro del 2019. È peraltro, da ammettere che in Puglia sono calati i ritardi gravi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione: erano il 29,9% a fine 2019 (28,1% al 30 settembre 2020). La regione si colloca al 9° posto fra le regioni italiane che registrano il maggior numero di pagamenti oltre i 30 giorni. Come aumentano anche, sia pure di poco, i pagamenti alla scadenza, che passano dal 28,3% del 2019 al 28,5%. Nonostante questo, la Puglia perde 3 posizioni nella classifica, retrocedendo dall’8° all’11° posto tra le regioni italiane – aggiunge il Segretario generale della Cisl regionale –. Dire come sarà il prossimo futuro non è facile, tra indicatori positivi e altri un pò meno, sicuramente con la diffusione del vaccino, l’auspicabile calo dei contagi, e il decongestionamento del sistema sanitario è pensabile una ripresa, che sarà sicuramente più rapida nelle aree più sviluppate e più lenta nel Mezzogiorno, per questo diventa centrale il ruolo delle istituzioni non solo nella spesa delle risorse (in Puglia non sempre è stata soddisfacente come per esempio per il Psr) ma anche in una capacità di visione di programmazione, attraverso un confronto con tutte le forze sociali ed economiche, con l’impegno, la responsabilità, e il protagonismo di tutti. In generale si tratta comunque di passare da politiche difensive (ammortizzatori e ristori) ad una politica di attacco capace di ottimizzare le risorse disponibili sfruttando le opportunità di Zes, Cis, Tap, riassetto ex-Ilva, possibili fiscalità di vantaggio. Tra luci ed ombre, bisogna decidere come e dove investire, diventando attrattivi, esaltando le nostre tante potenzialità produttive di eccellenza regionali, sburocratizzando sempre più i percorsi e facilitando gli investimenti delle imprese per favorire nuova occupazione. Dobbiamo avere più fiducia, più partecipazione, più coraggio, più responsabilità e istituzioni ai vari livelli più efficienti, occorre dialogo sociale e puntare a risorse per lo sviluppo che sono l’unica strada per garantire una Puglia con minori diseguaglianze, più lavoro, più diritti, più ricchezza diffusa, ovvero una Puglia migliore – conclude Castellucci”.
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