Recovery Fund: Castellucci, Patto sociale per ripartire dai disastri del Covid
Dalle colonne del Quotidiano il Segretario Cisl Puglia rilancia il cambiamento
[Cisl Puglia]
Le stime sulla povertà assoluta in Italia, e quindi in Puglia e nel Sud, ci confermano che per il governo nazionale sarà vitale la gestione del Recovery Fund, risorse indispensabili per rilanciare strutturalmente lo sviluppo dell’intero Paese, che se non è fermo, è certamente molto rallentato. A differenza del debito pubblico che continua a crescere e che ha raggiunto i 2.569,3 mld con un aggravio che mediamente nel 2020 è stato di circa 13 mld al mese. La crisi ha aggredito la quasi totalità dei settori economici, come testimoniano gli ultimi dati Istat, di qualche settimana fa, che evidenziano la conseguente perdita di posti di lavoro, nonostante il blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione Covid. In un anno il calo è di ben oltre 440mila posti di lavoro, in prevalenza giovani, donne, precari e lavoratori indipendenti, in particolare partite iva e somministrati. Sul Recovery Plan, tante sono le speranze, si è scritto tanto e tante sono ancora le dichiarazioni di principio che registriamo, piani preparatori, almeno due versioni nazionali, col rischio addirittura di finire fuori tempo massimo, in un contesto economico, sociale e sanitario nel quale invece non vi è più tempo da perdere. Per la classe politica, importante sarà ascoltare bene la voce delle parti sociali, veri termometri sociali, che continuano a mettere in evidenza da tempo, le forti criticità di una crisi generalizzata che non risparmia nessuno e che si sta aggravando giorno dopo giorno a cui bisogna dare risposte rapide ed efficienti che vanno dalle riforme necessarie (fisco, previdenza, P.A.), al blocco dei licenziamenti ed alla proroga degli ammortizzatori Covid. Per quel che riguarda la Puglia, non tranquillizza del tutto il dibattito che sta avvenendo sulle risorse del Recovery Plan che potrebbero essere destinate al nostro territorio regionale. Non si può non ricordare che le proposte e le schede avanzate, almeno in una prima fase, al precedente Governo dalla Regione Puglia, sono per una spesa stimata di circa 19 miliardi di euro. Nonostante queste proposte del governo regionale, la Cisl Puglia continua a sostenere che occorre ripartire da un progetto complessivo di rilancio dei vari settori produttivi, con una visione di sviluppo e crescita ben precisa e con un piano per il lavoro, dove bisogna individuare obiettivi chiari, le opportunità e le ricadute economiche e sociali. Inoltre non va dimenticato, per esempio, il nesso con il prossimo (auspicato) avvio in Puglia delle due zone economiche speciali interregionali, adriatica e ionica, che devono rappresentare una opportunità aggiuntiva da non vanificare, come un metodo e modello di programmazione di lavoro e coesione territoriale particolarmente utile nella fase di ripresa e crescita economica della nostra regione. Allora forse è giunto il momento che dalle dichiarazioni d’intenti e di disponibilità si passi ad una fase operativa con un nuovo protagonismo della Regione in modo da affrontare con maggiore decisione la questione sviluppo. È evidente che il rilancio deve ripartire dal lavoro, dalla salute, dalla vaccinazione di massa nel più breve tempo possibile, dalla sicurezza, dalla sostenibilità ambientale, dal benessere dei pugliesi, nonché dai lavoratori, dalle imprese, dai giovani, dalle donne e dagli anziani, e guardare ai settori produttivi, che concorrono al Pil regionale. Intervenire subito perché i contraccolpi della pandemia hanno devastato in questa regione interi comparti, tra cui anche il manifatturiero oltre a quelli del turismo, del commercio e della ristorazione ormai fermi perché travolti dalla crisi e dalle restrizioni Covid. Non c’è più tempo da perdere. Partendo dalla cabina di regia regionale, attivata qualche mese fa, tra Regione Puglia e sindacato confederale, è giunto il momento di concretizzare ancor più le scelte e il lavoro avviato nella convinzione che, per affrontare al meglio anche la sfida della crisi pandemica, del Next Generation EU, un patto sociale non è solo auspicabile in Puglia ma indispensabile per concretizzare una ripresa economica e sociale già difficile ma che sarebbe impossibile se non con l’apporto di tutti: istituzioni, politica, forze sociali. La Cisl lo chiede da tempo; non sarà la panacea di tutti i mali ma sicuramente sarà un metodo per lavorare insieme responsabilmente poiché non è più tempo di baruffe, di percorsi isolati, di distinguo sui pretesti, di protagonismi alla ricerca di facili consensi, di slogan, perché alla fine così non vince nessuno, e a perdere saranno la Puglia e i pugliesi.
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