Sicurezza sul lavoro, Cgil Cisl Uil: ripartire dalla Legge regionale esistente
La norma approvata nel 2014 dopo la raccolta firme della Cisl Puglia
[Cisl Puglia]
Convocato dalla Presidente del Consiglio Regionale pugliese Loredana Capone, su sollecitazione dei sindacati, si è svolto oggi il tavolo tecnico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla legalità nella sede del consiglio regionale della Puglia. Siamo coscienti che non tutte le competenze appartengono alla Regione, ma dal territorio bisogna partire affermano i tre segretari confederali di Cgil Cisl Uil, Gesmundo, Castellucci, Busto. E bisogna farlo con misure concrete che traccino la strada per un percorso virtuoso in cui la sicurezza sia la regola e non l’eccezione: controlli rigorosi sui cantieri e prima ancora a bandi pubblici in corso, premiando le aziende virtuose e penalizzando chi non rispetta le norme sulla sicurezza. E ancora: applicazione dei contratti di settore con tutti gli istituti e le tutele previste, formazione a tappeto e di qualità per creare una nuova cultura della sicurezza, assunzione di ispettori e una banca dati precisa che consenta di monitorare costantemente il fenomeno e di intervenire con precisione. Pochi ma fondamentali capisaldi sui quali fondare il lavoro del futuro, un lavoro che sia finalmente sinonimo di vita e non di morte. Chiediamo, continuano Gesmundo, Castellucci, Busto, che si alzi l'asticella dei controlli, delle verifiche e della formazione. Lo strumento legislativo c'è e si tratta della legge regionale n° 8 del 2014 fortemente voluta dai sindacati dopo la raccolta di 15 mila firme. L'importante è proseguire con concretezza auspicando che oggi sia la volta buona per tracciare il percorso che porti ad una riduzione esponenziale degli incidenti sul lavoro. Siamo convinti che la Regione lo possa fare, lo possiamo fare insieme. È importante la discussione proprio in consiglio regionale essendo questo il luogo istituzionale deputato al confronto democratico in cui tutti abbiamo la responsabilità di dare concretezza alle nostre discussioni. Il tema della sicurezza va affrontato innanzitutto sul piano della prevenzione cambiando il paradigma culturale. Non è un costo la sicurezza sul lavoro ma un investimento per le imprese. A parte il Pnrr ci sono anche fondi che già possono essere utilizzati da mettere a disposizione della sicurezza per investirli nel sistema della formazione. E dal punto di vista legislativo si possono inserire le norme delle due leggi, la 8 e la 28 contro il caporalato, all’interno dei bandi nei quali si chiede l’applicazione dei contratti nazionali nell’ambito degli appalti. Bisogna inserire la corretta applicazione dei contratti, l’obbligo, all’interno dei bandi pubblici. Quindi la Regione Puglia può sensibilizzare le stazioni appaltanti. Non si può nemmeno archiviare il tema della legalità su cui le autorità ispettive hanno più volte richiamato l’attenzione a causa degli interessi della criminalità sulle risorse in arrivo ed è per questo che chiediamo la sottoscrizione di un protocollo tra istituzioni e parti sociali sulla legalità e sulla trasparenza verso il rispetto delle leggi nei luoghi di lavoro. Insieme alla prevenzione dobbiamo potenziare il sistema dei controlli aumentando i fondi Spesal per assumere ispettori e personale coprendo una percentuale sempre maggiore di imprese ed elevando le sanzioni fino ad escludere da bandi e appalti le imprese che compiano pesanti e ripetute violazioni. La Regione può mettere in pratica tutte queste azioni svolgendo anche un ruolo di coordinamento sul territorio con le Prefetture dando un segnale concreto di cambiamento a lavoratori e cittadini.
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