Castellucci: troppe emergenze, servono scelte responsabili e senza facili slogan
Intervento del Segretario generale sulle colonne del Quotidiano di Puglia
[Cisl Puglia]
In meno di sei mesi lo scenario economico e geopolitico mondiale è cambiato profondamente e da una crescita diffusa, specie in alcuni Paesi come l’Italia, particolarmente dinamica, si è passati, a causa della guerra, del caro energia, ad un generale rallentamento con una fase di preoccupazione tanto da far temere concretamente una vera e propria recessione o stagflazione (stagnazione + inflazione). Questo scenario ovviamente allarga la quota di povertà che già era molto alta. C’è poi un rallentamento della crescita occupazionale, registrata nel 2021 dopo il calo degli effetti della pandemia, e si è accentuato ulteriormente il peso del lavoro precario, e comunque a tempo determinato, a scapito di un lavoro stabile e sicuro soprattutto in termini di prospettiva futura, verso giovani e donne in particolare. Secondo gli ultimi dati Unioncamere sulla natalità e mortalità delle imprese totali, nel secondo trimestre 2022 permane una leggera vivacità imprenditoriale. Il saldo in Puglia è di +2.558 imprese (Italia +32.046), con un tasso di crescita del +0,66% (+0,54% a livello nazionale). Purtroppo i principali insediamenti industriali in Puglia sono interessati da incertezze e riassetti epocali: siderurgia, automotive, aerospazio ma anche la chimica e la farmaceutica e, seppure in modo diverso, anche l’abbigliamento e il calzaturiero e il settore del mobile imbottito. I fondi del Pnrr con tutti gli altri fondi comunitari così importanti soprattutto per il Mezzogiorno, sono in fase di definizione, adesso, ed è probabilmente il passaggio più difficile, devono essere tradotti in appalti e investimenti, insomma dalle carte si deve passare ai cantieri. Certo la crisi di Governo e il periodo elettorale non aiutano ma, secondo la Cisl Puglia, i problemi e le scadenze, la mancanza di lavoro stabile, soprattutto quelle delle riforme previste col Pnrr, non rispettano né le ferie né gli appuntamenti del voto, le grandi questioni della programmazione industriale, dell’ammodernamento del sistema imprenditoriale e del sistema burocratico pubblico, lo sviluppo economico e sociale, una sanità appropriata, non possono sottostare ai tempi della politica. Inoltre va ricordato che la Regione e i Comuni, nonostante ipotesi di candidature vere o presunte, non possono e non devono fermarsi in questa fase così delicata di attuazione dei progetti del Pnrr. Inoltre già dobbiamo registrare ritardi e incertezze: basti dire che l’ultima riunione della cabina di regia regionale risale a metà giugno scorso e che se davvero vogliamo garantire l’efficacia e l’efficienza degli interventi con i fondi comunitari anche in Puglia non si può prescindere da una programmata concertazione. Adesso bisogna strutturare un confronto, tra istituzioni e parti sociali, per comprendere anche come gestire la transizione sociale oltre che energetica ed ecologica, così come anche sulla possibilità che la Puglia possa rappresentare nel riassetto distributivo energetico un vero e proprio hub che guarda verso il Mediterraneo, anche contando sulla crescita delle rinnovabili che già oggi vede la Puglia leader nazionale. Decisivo sarà consolidare il settore manifatturiero, in particolare quello industriale, in quanto è quello che ha sofferto di più. Nel 2021 in Puglia, fonte Istat, il settore industriale in senso stretto ha registrato circa 175.500 occupati, il 14,5% del totale rispetto alla forza lavoro regionale. La nostra regione non ha recuperato ancora il dato prepandemia, infatti nel 2021 il gap percentuale registrato è -8,5%, a differenza del dato nazionale che è solo -1,7% rispetto al 2019. Nel corso di questi anni in questo comparto abbiamo perso complessivamente circa 16.000 occupati. Nell’ultimo biennio a confronto 2020-2021 l’occupazione del settore industriale si riduce nelle province di Lecce (-4,2%) Bari (-1,8%), e quello più preoccupante è Taranto (-14,6%), mentre c’è un recupero per Foggia (+5,2%), Bat (+12,4%) e Brindisi (+3,5%). Siamo convinti, come Cisl regionale, che non si può più temporeggiare; se vogliamo dar forza ad una ripresa indispensabile per ridurre diseguaglianze sociali e territoriali, dobbiamo fare scelte, senza facili slogan, con responsabilità affrontando i problemi nell’interesse di tutti.
Antonio Castellucci
Segretario generale Cisl Puglia
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