PARITA’, FISASCAT PUGLIA: CAMBIO DI QUALITA’ E PIU’ CULTURA DELL’UGUAGLIANZA TRA GENERI
[Fisascat Cisl, Cisl Puglia]
La Puglia è tra le regioni con il divario occupazionale più alto: le donne che lavorano sono il 32,8% contro il 59,7% degli uomini, dunque una su tre secondo l’ultimo rapporto Bankitalia. Il dato regionale riflette la tendenza nazionale, dove il divario occupazionale tra uomini e donne è ancora molto alto. L’occupazione femminile si attesta infatti al 49,4%, quasi 1,9 milioni di donne sono obbligate al part time involontario, le retribuzioni sono più basse del 25% rispetto ai colleghi uomini e il più delle volte sono costrette a rinunciare alla carriera se non ad abbandonare il lavoro poiché il carico del menáge familiare ricade su di loro. Di questo si è discusso a Bari al convegno “Parità non è concessione: è diritto”, organizzato dalla Fisascat Cisl Puglia, a cui ha partecipato la segretaria nazionale Fisascat Cisl Aurora Blanca. Nel suo intervento, Blanca ha ricordato come il 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, dia anche “il senso dell’importanza di una presa in carico puntuale per l’uguaglianza uomo-donna, fatta anche di diritti e di consapevolezza calati sullo scenario economico attuale. Stiamo vivendo una crisi senza precedenti ed in questo scenario la donna è uno dei soggetti più deboli nel mondo del lavoro, spesso assoggettata anche a un carico familiare maggiore rispetto agli uomini. Favorire l’occupazione femminile – ha proseguito la sindacalista – vuol dire anche dare pieno valore alla Persona, alla famiglia, e potenziare la capacità di spesa di un nucleo familiare, favorire l’economia e le pensioni. Per Fisascat questo è un tema particolarmente sentito: il 65% dei lavoratori su cui il nostro sindacato pone il suo impegno quotidiano è di genere femminile. Potenziare la contrattazione, la partecipazione, vuol dire anche favorire quelle politiche tese all’uguaglianza, mettere al servizio la bilateralità e il welfare. Serve quindi avere piena consapevolezza dei bisogni e provare a dare risposte concrete affinchè la cultura possa davvero fare un cambio di qualità che necessita uno Stato civile”. Il segretario generale Fisascat Cisl Puglia Luigi Spinzi ha sottolineato come a livello di impegno sindacale ci sia anche la necessità di compiere degli ulteriori passi avanti, “perché le vicende internazionali ci insegnano come siamo ancora lontani dalla parità di genere. Bisogna trovare tutti insieme le soluzioni ad esempio sollecitando le istituzioni a trovare soluzioni normative, in questo caso di congedo parentale introdotto nella nuova legge finanziaria che dà la possibilità di un sostegno al reddito importante. È un primo passo ma bisogna farne altri. Da un punto di vista contrattuale, come Fisascat, cerchiamo sempre nei rinnovi contrattuali così come nella contrattazione di II livello, di superare la disparità salariale, il part-time involontario, contrattazioni che permettano di lavorare in questo senso. Bisogna inoltre lavorare sul welfare, attraverso il quale si cercano di trovare soluzioni che permettano di coniugare la vita familiare in un contesto lavorativo”. Sulla stessa linea anche la segretaria regionale Cisl Puglia Valentina Donno, che ha osservato come a livello normativo molti passi siano stati fatti, dando la possibilità di organizzare diversamente l’orario di lavoro e sulla parità retributiva, ma c’è ancora moltissimo da fare sul versante dei servizi. “Una donna che non ha un servizio che la aiuti – ha aggiunto – spesso e volentieri è costretta ad accettare il lavoro part-time se non proprio a lasciarlo una volta diventata madre. Per la Cisl il lavoro femminile è anche al centro dell’Agenda Sociale, per cui come confederazione stiamo portando avanti queste battaglie di parità sia retributiva che per la conciliazione vita-lavoro. Il piano del Pnrr a riguardo va fatto rispettare, non possiamo lasciarci scappare questa opportunità. Riguardo la Puglia, abbiamo varato l’Agenda di genere, che ha degli obiettivi per incentivare il lavoro femminile, l’istruzione, la formazione, così come la Legge regionale n.35 del 2021 sulla parità retributiva, che dà degli incentivi alle aziende che la applicano. Una donna che non può fare straordinario, non può fare orari particolari viene infatti penalizzata dal punto di vista retributivo: anche questa è una forma di violenza, poiché la costringe ad essere meno autonoma e indipendente”. Nei loro interventi, l’avv. Olga Diasparro della Giraffa Onlus Paola Labriola e Arianna Francillotti, responsabile Relazioni industriali e sindacali della Dussmann Service Italia, hanno evidenziato come il retaggio culturale sia alla base della disparità di trattamento tra uomini e donne sul lavoro, con ben il 77% degli uomini ai vertici istituzionali e solo il 22% delle donne nello stesso ambito. Anche in ambito legislativo le donne sono poco tutelate nonostante l’esistenza dal 2006 del Codice sulle Pari Opportunità, che riconosce quali siano le discriminazioni e le molestie sul lavoro. A moderare il convegno la giornalista Annamaria Ferretti che ha sottolineato l’importanza di un cambio culturale, affinché fin da bambini si colgano le differenze tra uomini e donne e si possa educare al rispetto e all’equità tra i due generi.
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