Lavoro, Castellucci: l’occupazione in Puglia tiene ma necessario Patto regionale per lo sviluppo
Nota del Segretario generale Cisl Puglia
[Cisl Puglia]
I dati sulla Puglia dell'Istituto Nazionale Previdenza Sociale di questi giorni, relativamente all’Osservatorio sul precariato, aggiornati al primo trimestre dell’anno, consentono qualche breve riflessione e confermano una sostanziale tenuta dell'occupazione con un numero di ore di cassa integrazione in calo rispetto al primo trimestre dell’anno passato, con un 11% in più per le trasformazioni a tempo indeterminato rispetto sempre allo stesso periodo del 2022. Le assunzioni nel privato sempre nei primi tre mesi del 2023 sono state fondamentalmente stabili rispetto allo stesso periodo del 2022, registrando però solo un 0,3% in più. Per le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo si registra una dinamica invece negativa, con circa l’11% in meno rispetto all’anno precedente. Diverso invece il dato regionale per le cessazioni nel primo trimestre 2023 che sono state in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, circa il 3% in meno. Adesso il percorso che auspichiamo come Cisl Puglia è quello della partecipazione, della concertazione e condivisione di una programmazione a medio e lungo termine con la Regione, in modo da individuare insieme un percorso per rendere strutturale questa crescita certificato dal tasso di occupazione passato dal 44,6% del 2019, del 49,4 % del 2022, ultime rilevazioni 2023 al 49,8%. Elementi questi, senza grossi azzardi, nonostante un contesto di luci ed ombre, attestano ancora la Puglia tra le regioni locomotive del Mezzogiorno ed una seppur leggera ripresa del Sud. Per questo pensiamo che sia indifferibile un patto regionale per lo sviluppo, dove la partecipazione sia il grimaldello tra il mondo del lavoro e le istituzioni per fare sistema specie a fronte di possibili rischi di rallentamenti industriali anche in rapporto alla recessione tecnica che si registra in alcuni Paesi europei tra cui la Germania. Tra le criticità da contrastare subito c’è il disallineamento, qualitativo e quantitativo, della domanda e offerta di lavoro dove coinvolgere, oltre ai giovani e alle donne in cerca di occupazione, anche il bacino delle lavoratrici e dei lavoratori non più giovanissimi, che rischiano di essere espulsi dal mondo del lavoro, attualmente tanti di loro beneficiari di ammortizzatori sociali per crisi aziendali, molte probabilmente senza grandi prospettive. Serve un’azione forte per potenziare, accrescere e fornire nuove competenze, politiche attive efficaci e formazione adeguata, come altrettanto decisivo sarà rafforzare il sistema di orientamento scuola, università e lavoro per orientare i ragazzi verso professionalità maggiormente ricercate. Per tutto questo sosteniamo la costituzione di un osservatorio del mercato del lavoro regionale per monitorare, costantemente e preventivamente di concerto con le parti sociali in tempi utili le dinamiche dei fabbisogni territoriali sulla scorta di una formazione sempre più efficace e mirata. Il tutto sempre valorizzando il capitale umano frenando la fuga all’estero o comunque al Nord, di tanti giovani qualificati, mettendo a regime tutti gli investimenti privati e pubblici senza sprecare nemmeno un euro delle risorse disponibili del Pnrr e della programmazione comunitaria puntando sul lavoro contrattualizzato, stabile e sicuro.
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