Qualità della vita in Puglia: Cisl, dati sconfortanti. Spendere bene le risorse disponibili

Nota del Segretario generale Cisl Puglia, Antonio Castellucci

[Cisl Puglia]

I dati sulla qualità della vita del Sole 24 Ore non sono certo confortanti: la prima città pugliese che coincide con il capoluogo è 69esima in classifica, mentre Foggia risulta purtroppo ultima, fino a Brindisi che perde 8 posizioni. Insomma nonostante si continui a sostenere, per diversi aspetti, che la nostra Puglia è la locomotiva del Sud l’indagine stilata dal quotidiano economico fa emergere a livello regionale tutti i limiti, rispetto agli indicatori esaminati, anche probabilmente di una politica troppo spesso autoreferenziale e litigiosa, sia tra schieramenti che all’interno degli stessi singoli partiti più preoccupata forse di costruire un consenso politico, che interventi articolati, concordati e costruiti insieme con le altre istituzioni e con le parti sociali spesso, come in occasioni dell’ultima legge di bilancio regionale, convocate qualche giorno prima dell’approvazione. Come Cisl sollecitiamo un patto sociale tra istituzioni, rappresentanze imprenditoriali e dei lavoratori nel merito, a cominciare dalle tematiche di sviluppo, industriali, energetiche, infrastrutturali e agricole, ma anche sui temi della sanità, della formazione e del turismo. Al di là delle dichiarazioni rituali forse le scelte effettuate e le azioni messe in campo fino ad oggi, alla luce di questa classifica, non hanno garantito risultati sufficienti atti a migliorare in maniera significativa la “qualità della vita” di queste aree del Paese, pur riconoscendo i problemi di una realtà molto complessa alle prese anche con criticità di valenza nazionale come per esempio il settore industriale ed energetico. Di certo siamo alle prese con un’elevata povertà assoluta e relativa, tasso occupazionale delle donne basso, denatalità, povertà educativa, percentuale Neet tra le più elevate del Paese, sistema sanitario con grandi criticità, poco efficaci politiche attive del lavoro e con grandi realtà industriali/manifatturiere in grosse difficoltà. È evidente inoltre, che occorre un tessuto imprenditoriale sempre più strutturato e solido per poter garantire nuova, sicura e stabile occupazione attraverso nuovi investimenti, basati su innovazione, modernizzazione, maggiore produttività e fondato su una politica industriale ed economica, fatta di più contrattazione e partecipazione. Certo, ci rendiamo conto che nessuno possiede la bacchetta magica, ma non bastano solo dichiarazioni ad effetto, serve innanzi tutto spendere bene le risorse a disposizione, per creare crescita, opportunità e benessere per i cittadini pugliesi.

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