Incontri intergenerazionali: presentato a Bari il libro del Professor Fornasari in una sala gremita di giovani studenti

Iniziativa promossa dalla Fnp, Anteas e Cisl Puglia

[Cisl Puglia, Anteas, Fnp Cisl]

“Continuiamo il nostro percorso per un patto intergenerazionale”. Lo ha detto a Bari il Segretario generale della Fnp Cisl Puglia, Filippo Turi aprendo i lavori della giornata dedicata alla presentazione del volume "Incontri intergenerazionali. Riflessioni sul tema e dati empirici" (vincitore del premio italiano di pedagogia SIPED nel 2019, Edizioni ETS, Collana di Scienze dell’Educazione) scritto dal professor Alberto Fornasari, Docente universitario di Pedagogia Sperimentale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca “Popolazione, Ambiente, Salute” (CIRPAS) presso lo stesso Ateneo. “Da anni – ha aggiunto Turi – la Federazione dei Pensionati organizza il Festival delle Generazioni a Firenze che ci mette nelle condizioni di avere un confronto con i giovani perché siamo convinti che attraverso la nostra saggezza e la loro forza di vivere possiamo realizzare un progetto utile a migliorare la vita di tutti. Questo è il nostro obiettivo e oggi è un altro passo avanti grazie a questa sala piena di studenti”. “Questa giornata – ha osservato la Presidente dell’Anteas Puglia Ida Iannelli – è stata fortemente voluta da Anteas, Fnp e dalla Cisl Puglia per parlare ad un pubblico giovane delle dinamiche per le quali insieme possiamo fare grandi cose. La nostra è un’associazione di volontariato che guarda al benessere delle persone anziane anche grazie alle giovani generazioni che tanto possono dare nel supporto ai progetti che realizziamo”. I lavori, moderati da Maria Tibollo della segreteria Fnp regionale, sono continuati con l’intervento di Fornasari che ha risposto alle domande di giovani e anziani su alcune dinamiche di questi primi anni del millennio: quali politiche promuovere in una società dove a fronte di una corposa presenza di anziani si registra un numero sempre minore di giovani, spesso ‘tecnologici’ e profondamente diversi dai loro progenitori? L’autore del volume ha rilevato come “le stesse istituzioni, anche se con un certo ritardo, hanno riconosciuto la necessità di creare nuovi spazi di dialogo, nuove proposte educative, formative e sociali e soprattutto hanno compreso quanto sia importante estenderle lungo il corso di tutta la vita, attente ad una prospettiva di reciprocità e interdipendenza positiva tra generazioni. Nel volume – osserva il docente dell’UniBa – vengono elaborate alcune risposte e riflessioni analizzando e problematizzando gli attuali orientamenti formativi nei confronti dei rapporti intergenerazionali. I primi capitoli tracciano un quadro aggiornato della situazione socio-demografica degli anziani e dei giovani oggi nel nostro Paese; viene poi presentata una riflessione pedagogica sui concetti di genitorialità ed anzianità, sull'impegno europeo per le politiche di lifelong learning e sugli orientamenti formativi all'educazione intergenerazionale. Nella seconda parte del volume vengono presentati i risultati di una ricerca empirica, condotta nella città di Taranto, sulla reciproca percezione tra generazioni e sulla predisposizione al dialogo intergenerazionale. I risultati ottenuti in questa ricerca confortano e, nello stesso tempo, stimolano ad un impegno sistematico per rafforzare il patto intergenerazionale nella società che rischia di indebolirsi in una società spesso sempre più chiusa e marcatamente individualista” ha concluso Fornasari. “È dal confronto generazionale che passa la conoscenza e la risoluzione delle problematiche – ha detto il Segretario generale della Cisl Puglia, Antonio Castellucci, rimarcando ancora una volta l’importanza del dialogo tra le parti –. Siamo convinti che si debba promuovere uno scambio costruttivo tra generazioni che devono parlare tra loro e ascoltarsi. In particolare, ritengo che si debba guardare con molta attenzione verso anche una determinata fascia di giovani che non lavorano, non studiano e non cercano un’occupazione. In altre parole, si lasciano vivere.  Li chiamiamo Neet e sono in crescita, così come è emerso dal rendiconto sociale regionale dell’Inps relativo allo scorso anno e pubblicato pochi giorni fa. Registriamo innanzitutto un divario notevole tra nord e sud, ma anche tra la Puglia e il resto del Mezzogiorno. In questa regione, i Neet rappresentano il 22,2% della fascia di popolazione tra i 15 e i 29 anni, con +6 punti percentuali rispetto alla media nazionale, che si attesta al 16,1%. La questione, perciò, va affrontata immediatamente. Chiediamo un tavolo istituzionale dedicato e permanente, un faro sempre acceso su questo fenomeno che non va sottovalutato” – ha concluso Castellucci.

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